Appunti da un giorno di silenzio

Appunti da un giorno di silenzio


Appunti da un giorno di silenzio non sono pensieri. Sono frammenti. Rumori interni che si fanno visibili quando il mondo finalmente tace.


🕳️ Il silenzio non è pace. È spoglio.
Quando il rumore si spegne, non arriva subito la calma.
Arriva il resto. Quello che avevi coperto.
Pensieri mezzi cotti. Emozioni evaporate. Frasi mai dette.

Il silenzio non è meditazione.
È un collasso momentaneo del teatro.

Mi siedo.
Respiro.
E tutto quello che ho evitato, torna.


🧠 Il primo rumore che sento è il mio stesso giudizio.
Giudico il modo in cui sto fermo.
Giudico la qualità del mio respiro.
Giudico perfino il mio tentativo di non giudicare.

Il pensiero automatico è un animale addestrato.
Ma senza pubblico, inizia a camminare a vuoto.
E io lo osservo.
Come si osserverebbe una macchina senza pilota.


🔍 Il giorno di silenzio non è un esercizio. È una deviazione.
Esco dal ciclo produttivo.
Scompaio dalle metriche.
Non servo a niente.

Ed è lì che qualcosa comincia.
Una porzione di realtà si apre
— solo per chi non sta cercando nulla.

Tutto è rallentato.
Tutto è più vero.
E più scomodo.


📓 Scrivo questi appunti come se non dovessero servire a nessuno.
Nemmeno a me.
Scrivo per svuotare. Per fissare. Per attraversare.
Non per ricordare.

Il silenzio non è una cura.
È una fenditura.
E scrivere è il modo più primitivo che ho per non cadere dentro.


🔧 Mi accorgo di quanto parlo per paura.
Parlo per riempire spazi.
Parlo per controllare il tempo.
Parlo per giustificare il mio stare.

Ma oggi, nel silenzio,
tutto questo appare ridicolo.
Come se ogni parola non chiesta fosse solo un tentativo maldestro di esistere.

Il silenzio invece esiste da solo.
Non ha bisogno di prove.
E questa cosa mi disarma.


🏛️ Nessuno ti insegna a tacere.
Ti insegnano a rispondere.
A partecipare.
A commentare.

Ma il potere vero nasce quando smetti di occupare lo spazio.
Quando lasci che l’ambiente ti parli.
Quando resti senza copione,
e smetti di essere un personaggio.


🔊 Le rivelazioni più forti arrivano senza parole.
Una pressione al petto.
Un’immagine nella mente.
Un disagio che non vuole andarsene.

Non riesco a spiegarle.
E va bene così.
Perché oggi non devo spiegare.
Devo solo sentire.


📓 Appunti da un giorno di silenzio.
Ore segnate da nulla che diventa tutto.
Ogni oggetto diventa una soglia.
Ogni gesto, un rito.

Cammino nella stanza come se fosse un tempio.
Guardo le mani come se le vedessi per la prima volta.
Tocco la tazza come se fosse viva.

Non sono diventato mistico.
Sono solo più sveglio.
E meno rumoroso.


🕳️ Alla fine del giorno, non voglio più parlare.
Non perché non abbia niente da dire.
Ma perché ho trovato qualcosa che vale di più:
la possibilità di restare nel non detto.

E lì, in quel non detto,
inizia una nuova grammatica.
Una grammatica fatta di pause, sguardi, respiri.
Una grammatica senza padroni.


📌 Uomo Fuori Traccia – Articolo #30
📓 Chi sa stare nel silenzio non ha più bisogno di conferme. Ha già attraversato la parte più rumorosa di sé.


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Scrive da un punto imprecisato tra il mondo che c’è e quello che potrebbe esistere.

Non cerca follower, cerca fenditure.
Non insegna nulla, ma disobbedisce per mestiere.
La sua mappa non ha nord: ha crepe, deviazioni, direzioni non autorizzate.
Vive in silenzio, ma scrive forte.
È uno che cammina fuori traccia.
E non per sbaglio.